Questo articolo è stato pubblicato sul numero 172, Febbraio 2001 di Aeronautica & Difesa
La 9^ Brigata Aerea
Poco più di un anno fa l’Aeronautica Militare subiva uno dei cambiamenti più importanti della sua storia, una rivoluzione che sanciva la nascita di una “nuova” realtà: la Brigata Aerea, una struttura che unifica al proprio interno una delle specialità operative della Forza Armata. Dal 19 marzo 1999 ne esistono sei: la Brigata Caccia Intercettori, quella Caccia Bombardieri e Ricognitori, la Brigata Trasporti, la Brigata Missili, la Brigata Spazio Aereo ed infine la Brigata Supporti Dedicati, identificabile nella 9^ Brigata Aerea di Pratica di Mare. Si tratta di uno dei reparti più atipici e vari della forza armata, caratterizzato da molti tipi differenti di aerei ed elicotteri, ad ognuno dei quali è affidata una missione di “supporto” specifica. Queste sono missioni a volte sconosciute perché considerate, a torto, poco importanti, altre volte poco pubblicizzate, perché coperte da un vero e proprio velo di segretezza. Di qualsiasi genere siano, si tratta comunque di missioni senza le quali una forza armata non potrebbe mai operare con successo ed in sicurezza, specialmente nei moderni scenari di crisi. La 9^ Brigata è composta da due stormi, il 14° “Sergio Sartoff” e il 15° “Stefano Cagna”. Entrambi sono stati massicciamente impegnati sia nella Allied Force che nelle varie operazioni che hanno preceduto la guerra e sono tuttora protagonisti delle missioni dell’Arma Azzurra nei Balcani. Li abbiamo visitati entrambi e vi invitiamo a leggere la parte riguardante il 15° sui prossimi numeri.
L’8° Gruppo
Il 14° è stato, per lo meno fino all’avvento del B-707, lo stormo puramente “elettronico” dell’A.M. Esso è composto da due gruppi di volo, l’8° e il 71°. L’8° Gruppo è stato per molti anni il gruppo “Radio Misure” cioè ha gestito tutti gli assetti che l’A.M. utilizzava per il controllo delle strumentazioni necessarie alla navigazione aerea. La calibrazione delle radioassistenze, a differenza di molte altre specialità puramente “militari”, è un servizio di cui beneficiano anche i vettori civili perché VOR, NDB, DME e ILS sono utilizzati quotidianamente da aerei privati e commerciali per la determinazione della posizione geografica, per l’individuazione di punti di riporto e aerovie e per la guida all’atterraggio. I “Flight Check” dell’8°, sono i G-222 allestiti nella configurazione Radio Misure e un PD-808RM, l’ultimo ancora operativo in questa versione. I G-222 RM sono in tutto 4 anche se uno di questi, pur mantenendo la sigla RM e le caratteristiche “day-glo” arancioni, è stato recentemente smantellato internamente di tutte le strumentazioni di rilevamento dei segnali delle radioassitenze e allestito al trasporto non pallettizato, reso quindi del tutto simile ai TM (Trasporti Medi) della 46^ Brigata Aerea di Pisa. Al “Pi-Di” superstite, che è ormai ospite dei cugini del 71° Gruppo, sono rimaste circa 300-400 ore di volo prima della radiazione. Periodicamente, su richiesta o per ispezioni programmate, i velivoli del Gruppo si rischierano su aeroporti militari e civili per delle vere e proprie campagne di test necessarie a tarare i radioaiuti all’atterraggio: è importante che il glide path (che individua l’inclinazione dell’angolo di discesa) dell’ILS sia impostato su un determinato angolo e che il sentiero di avvicinamento alla pista sia intercettabile ad una certa distanza dal campo senza interferenze o coni d’ombra. Regolare un sistema così importante per la sicurezza del volo richiede accuratissime prove e decine di avvicinamenti, tutto affinché un pilota non debba mai trovarsi in condizioni meteo marginali, di notte, nell’impossibilità di affidarsi agli strumenti di bordo per condurre al suolo il suo velivolo. Il controllo delle radioassistenze d’aerovia si svolge in modo similare anche se le peculiarità e le caratteristiche tecniche di un aiuto alla navigazione sono differenti da quelle di un sistema strumentale di atterraggio, l’aeromobile controlla che il VOR o il TACAN sia funzionante correttamente effettuando delle holding (delle orbite) a distanze, quote e radiali stabilite. Il futuro della specialità in forza armata è in verità un po’ incerto, sia perché il numero dei mezzi impegnati si va riducendo, sia perché non si vedono all’orizzonte naturali sostituti del G-222 RM e quindi è possibile che nel futuro il controllo degli aiuti alla navigazione passi completamente sotto la responsabilità dell’ENAV che già oggi dispone di alcuni Cessna Citation modificati per assolvere questa missione. Al momento attuale, in seno al Gruppo, l’aereo più rappresentativo è sicuramente il B-707TT. Questo “moltiplicatore di forze” ha enormemente esteso il braccio strategico dell’Aeronautica. Una moderna forza armata che sempre più spesso è chiamata ad intervenire all’estero non può non disporre di rifornitori capaci di estendere l’autonomia dei bombardieri (sia Tornado che AMX) e dei caccia (solo Tornado F.3). E’ per questo che l’A.M. si è dotata nel 1992 di quattro 707 acquistati dalla compagnia portoghese TAP e convertiti dall’Alenia in configurazione Tanker/Trasporto. Due Boeing sono in allestimento “combi” per il trasporto di 66 passeggeri e di 7 pallet (caricabili attraverso il portellone laterale), gli altri due hanno una saletta VIP e poltrone per 110 passeggeri. L’importanza di questi velivoli si è vista oltre che nella recente guerra, nella quale le missioni di rifornimento sono state di fondamentale importanza sia per i velivoli italiani che per quelli alleati (91 sortite, 351 ore di volo, quasi 1.500 tonnellate di carburante trasferito), anche nell’Operazione Stabilise: il supporto fornito dai Boeing non solo ha permesso di far tirare il fiato ai C-130 della 46^ Brigata Aerea, ma ha anche permesso di effettuare voli no-stop verso l’Australia, coprendo in poche ore i 15.600 chilometri che separano l’Italia dall’Oceania trasportando materiali e personali necessari all’allestimento della base italiana di Darwin. Al momento della nostra visita in base c’era n’era solamente uno: “infatti i Boeing sono richiestissimi sia in Italia che all’estero ed è rarissimo vederli tutti e quattro insieme” ci ha detto il T.Col. Zago, comandante dell’8° Gruppo. Agli AMX e ai Tornado, già in grado di rifornirsi dalle 3 stazioni di rifornimento con tubo flessibile, si sono aggiunti anche gli MB-339 CD del 61° Stormo, mentre nel futuro si parla di dotare di “probe” anche alcuni G-222, in particolare quelli utilizzati dalla Sezione Supporti Operazioni Speciali. Si tratta di una realtà nuova in seno all’Aeronautica: un gruppo di uomini, un “commando”, in grado di operare al di là delle linee nemiche, di fungere da FAC avanzati, da illuminatori per le bombe a guida laser dei Tornado e degli AMX, da soccorritori in ambiente ostile. Questi potranno operare volando a bordo degli HH-3F del 15° Stormo o a bordo di uno dei due G-222 da trasporto dell’8° Gruppo. Per le Special Operations o per l’appoggio alle missioni CSAR (di cui parleremo più avanti a proposito del 15° Stormo) potrebbe risultare utile avere velivoli già in volo in prossimità della zona di operazioni e ai margini dello spazio aereo nemico. Questo può realizzarsi solamente se i velivoli impiegati oltre ad avere una buona autonomia hanno la possibilità di rifornirsi in volo, di qui la possibilità di dotare di sonda anche i due G-222 del Gruppo.
Il 71° Gruppo
Il 71° è, tra i due gruppi del 14° Stormo, quello che opera più nell’ombra vista la segretezza che circonda le missioni ad esso assegnate. Una cosa è certa, questo è l’unico reparto a dedicarsi H24 alla Guerra Elettronica, e già questo lo rende particolare e misterioso. Inoltre il Gruppo vola l’unico esemplare di G-222VS (Versione Speciale) del quale si sa ben poco ma che con certezza si può affermare sia l’unico velivolo dell’A.M. in grado di svolgere missioni COMINT (Communication Intelligence) e SIGINT (Signals Intelligence) e cioè di ascolto passivo e catalogazione delle emissioni radio e delle comunicazioni radio dell’avversario. Il 71° Gruppo vola con il PD-808GE (Guerra Elettronica) nelle due versioni GE-1 e GE-2 (aggiornata) distinguibili solo grazie ad un particolare estetico che per motivi di sicurezza non possiamo rivelare. I velivoli in linea sono cinque, di cui, presumiamo, almeno un paio siano sempre pronti al volo. I GE sono molto apprezzati in Italia e all’estero essendo preziosi nella scorta alle formazioni attaccanti in tutte le esercitazioni che si svolgono in Europa. L’Allied Force ha dimostrato come anche gli F-117 e i B-2, malgrado le loro caratteristiche stealth necessitino di un adeguato disturbo dei radar avversari per eludere la reazione della contraerea quindi assetti come i “Prowler” o i PD-808 sono fondamentali per garantire alle formazioni “gorilla” di operare al riparo dai SAM del nemico. Questo può avvenire saturando i radar avversari accecandoli o ingannandoli con dei falsi ritorni che farebbero presupporre una presenza di velivoli dove in realtà non sono. I GE sono inoltre in grado di disturbare le comunicazioni radio tra velivoli avversari ed eventuali AWACS o radar di terra e mantengono una certa capacità di difesa passiva grazie ai lanciatori di “chaffs” e “flares” posizionati sotto la fusoliera. Ovviamente i PD-808, pur rimanendo un coraggioso esempio di Guerra Elettronica “Italian style”, con il passare degli anni e malgrado alcune migliorie, non sono più in grado di operare efficacemente nei moderni scenari high tech con le apparecchiature di bordo. Il problema è che malgrado ciò, non si vedono all’orizzonte possibili sostituti. Il velivolo dovrebbe restare in servizio almeno fino al 2002 visto che non si hanno, al momento, particolari problemi di parti di ricambio. Si è ripetutamente parlato come sostituto del PD dell’AMX-E, una versione studiata appunto per la Guerra Elettronica, anche se al 71° si è scettici che si possa intraprendere questa via: non si può affidare a solo due uomini missioni così complesse da richiederne almeno il doppio. In effetti, come dimostrato anche dagli esempi esteri, tutti i vettori da Guerra Elettronica utilizzano velivoli con un equipaggio di quattro o più persone. Alla domanda se i PD-808 del 71° fossero stati impiegati nella Allied Force non abbiamo avuto risposte anche se questo ci sembra abbastanza improbabile. Stando a delle indiscrezioni, il G-222VS avrebbe invece compiuto missioni di ascolto elettronico e questo ci sembra già più plausibile visto che il velivolo era già stato impiegato in Adriatico all’inizio della crisi nei Balcani. Da qualche mese anche il 303° Gruppo, proveniente da Guidonia, insieme ai suoi P-166DL3 e ai P-180 si è trasferito a Pratica di Mare e occupa il piazzale del 71° Gruppo. Nel prossimo futuro il 71° acquisirà velivoli e mezzi del 303° (che verrà sciolto) e ovviamente anche la nuova specialità aerofotogrammetrica, una prima assoluta per il Gruppo del “Perseo”.
© David Cenciotti