L’attività giornalistica (benché si svolga principalmente in ambito tecnico) mi spinge frequentemente ad interrogarmi sull’etimologia di alcune parole e sull’orgine di espressioni idiomatiche e modi di dire. E’ un dato di fatto che alcune forme dialettali contribuiscano all’arricchimento espressivo della lingua italiana. E’ per questa ragione che, sempre più spesso, è possibile imbattersi in alcune espressioni caratteristiche anche leggendo articoli, tecnici e non, pubblicati su quotidiani, riviste o siti web. Ovviamente, l’adeguatezza al “contesto” (tipo di articolo, pubblico a cui si rivolge, ecc.), dipende fortemente dallo stile del giornalista.
Uno dei modi di dire che mi ha incuriosito di più (pur non prevedendone l’utilizzo in alcuno dei miei articoli) è descritto di seguito. Ho pensato fosse il caso di dedicargli una sezione a parte poiché la ricerca che ho condotto per scoprirne le origini mi ha convinto che in realtà fosse quasi del tutto sconosciuto. Ecco le ragioni:

La storia del Bove di Fregone

“Te sei magnato pure er bove de Fregone….”. Sono rimasto molto stupito nello scoprire che non esiste su Internet alcuna pagina web che riporti questa affermazione. Avendola sentita pronunciare in termini scherzosi e con accento forzatamente romanesco dai membri della mia famiglia fin da piccolo, ero convinto si trattasse di uno dei tantissimi “modi di dire” romani. Una cosa simile a “je sò presi l’infantioli” o “mica t’ho detto cotica”, affermazioni che di per sé non hanno alcun senso ma che assumono un significato ben preciso per chi le ha sentite pronunciare molte volte. Nella fattispecie, “Te sei magnato pure er bove de Fregone…” significa “hai mangiato avidamente, fino a scoppiare”. Analizzando il significato e l’origine di alcune espressioni dialettali romanesche con i miei colleghi d’ufficio (Lorenzo si chiede ancora cosa siano gli “infantioli”), scoprii che nessuno conosceva Fregone o il suo bove. Nessuna traccia su giornali o siti web. Ovviamente l’unico modo di capire da dove provenisse questa espressione era chiedere ai miei familiari. Andando indietro con la memoria, mia nonna mi ha spiegato che l’espressione probabilmente trae le proprie origini da un episodio di vita vissuta verificatosi moltissimi anni fa in Abruzzo e che lei apprese in gioventù. Questo è l’unico straccio di informazione disponibile sulle origini del “bove”. Con buona probabilità si tratta quindi di una espressione “locale”, che è stata romanizzata e tramandata solo nell’ambito della mia famiglia. Beh, ora tutti i miei colleghi conoscono ed usano frequentemente l’espressione, che con questo blog appare per la prima volta in assoluto su un sito Internet. Chissà che questo non sia il primo passo di una futura diffusione a livello globale della storia del povero bove e del suo padrone!