“I-4581 da Pratica Torre, autorizzati al decollo, il vento da 200 gradi 6 nodi”.
Sono le 8:00 del mattino del 26 luglio 1999, la visibilità è ottima, non c’è una nuvola in cielo e con queste parole il controllore sancisce l’inizio del mio volo acrobatico con l’MB-339. Sperimenterò le doti di maneggevolezza dell’aereo che equipaggia sia le scuole di volo dell’A.M. che la Pattuglia Acrobatica Nazionale come se fossi un giovane allievo proveniente dai corsi dell’Accademia. Ai comandi, l’ufficiale probabilmente più esperto su questo tipo velivolo ed in questo tipo di volo, il Col. Gianpaolo Miniscalco, 10 anni alle Frecce Tricolori, come pilota, istruttore e soprattutto Comandante.
All’interfono Miniscalco mi preannuncia l’inizio della corsa di decollo ed un secondo dopo la manetta è già a fondo corsa. L’aereo è il 61-17 (in “prestito” al Comando Generale delle Scuole) configurato con tip-tanks da 1.450 Lbs ed un pod “porta-oggetti” sotto l’ala sinistra. La presenza di quest’ultimo è particolarmente vantaggiosa, oltre per gli ovvi problemi di stivaggio, anche per compensare, senza l’uso della barra, il vento da destra. La visibilità dal seggiolino posteriore è eccezionale; “la migliore tra TF-104, G-91T, MB-326, AMX e Hawk , sui quali ho volato” dice Miniscalco. A 110 nodi iniziamo la rotazione e a 120 siamo in volo. Raggiunti i 150, flap up, iniziamo la virata a destra verso la cittadina costiera di Tor S. Lorenzo, sorvolata la quale, seguendo le rotte di uscita standard, riporteremo Aprilia e poi Terracina. Con 93% RPM a 350 nodi effettuiamo il transito nella zona aeroportuale di Latina, dirigendo verso il promontorio del Circeo oltre il quale si vede solo il blu intenso del mare. Ci lasciamo alle spalle dopo pochi minuti l’ultimo lembo di terra laziale ed acceleriamo a 420 nodi. Miniscalco per radio mi dice: “E’ tuo!”. Appoggio dolcemente la mano destra sulla barra per prenderci confidenza e la cosa che più mi stupisce è la sensibilità dei comandi, specialmente se raffrontata a quella dei “paperozzi” di aeroclub su cui volo abitualmente. Un paio di docili accostate a destra e a sinistra e sono pronto ad affrontare il primo evento di questa missione: il touch and go a Grazzanise. Sorvolata Mondragone vedo già la pista 06/24 della base campana e questo mi permetterà con semplicità di inserirmi in lungo finale come autorizzato dal controllore di Grazzanise Approach. Miniscalco intanto con voce pacatissima continua ad istruirmi sul da farsi quindi, manetta su IDLE cerco con il pollice sinistro il pulsantino dell’aerofreno. La sensazione che provo quando lo raggiungo è quello di una frenata molto brusca con l’automobile ma almeno la velocità scende rapidamente e raggiunti i 175 nodi metto la leva degli ipersostentatori su T.O. corrispondenti alla prima “tacca”. Anche se la mia limitata esperienza sul mezzo mi costringe a “cercare”, letteralmente, nel cockpit indicatori e strumenti, concentrarmi sul mantenimento dei parametri e sul contemporaneo tentativo di allineamento con la pista non sembra difficile. A 130 nodi ho una velocità verticale di 500 piedi al minuto e sono a 6 miglia dal punto di contatto. Miniscalco mi invita ad abbassare ulteriormente il muso perché sono leggermente alto ed al terzo “invito” mi decido a spingere in avanti la barra. La pista si avvicina rapidamente e a 115 nodi accenno una timida richiamata anche perché questo posto di pilotaggio è, rispetto al carrello, un bel po’ più alto che in un Cessna 172 e quindi penso di essere qualche piede più in alto rispetto alla mia quota reale. Grazie alle indicazioni del mio pilota istruttore riesco in una toccata decente. “E’ mio!”, Miniscalco riprende rapidamente velocità e ridecolla pronto a posizionarsi in sottovento sinistro per un circuito “stretto”. Stessi parametri, finale a 2,5° di inclinazione della traiettoria di avvicinamento e con l’esperienza di qualche minuto prima impressa nella mente riesco a toccare delicatamente la 06 di Grazzanise. Mentre ci allontaniamo rapidamente dalla base per lasciare pista libera ai due F-16 del distaccamento Norvegese/Danese che rullano, Miniscalco coordina con Grazza Approach la zona di lavoro R-62 Fondi da 1.500 a 15.000 piedi per 10 minuti di acrobazie. Entriamo nell’area di lavoro a 420 nodi, “Mini” come lo chiamano i suoi colleghi, mi spiega come effettuare le manovre che sarò chiamato ad eseguire ed inizio con un paio di virate sfogate abbastanza semplici. Terminata la seconda, inizio immediatamente un looping tirando leggermente al petto la barra. Pochi istanti e sono al top, 5000 piedi più in alto e con 130 nodi in meno, con Miniscalco che ha appena terminato di ripetere che devo tirare di più malgrado i G che si fanno sentire. Dopo due looping consecutivi leggermente “sbottati” a destra effettuo due Imperiali che termino con l’insolita esperienza di sentirsi appesi nel vuoto alle cinghie del Martin Baker. Sono passati 5 minuti e sono zuppo di sudore. Miniscalco a questo punto prende i comandi ed inizia a farmi vedere come si porta un aereo militare. La differenza c’è e si sente. Ogni sua manovra viene effettuata senza sbavature, con correzioni impercettibili per me che volo pochi metri dietro di lui ed invisibili ad un osservatore esterno. Con incredibile maestrìa esegue una foglia di Quadrifoglio, tonneaux sull’asse e tonneaux a botte, Otto Cubano e Rovesciamento. La sua voce continua ad essere imperturbabile in ogni momento, indifferentemente dall’assetto e dai G “tirati”. A 9.000 piedi inizia la mitica Scampanata resa famosa dalle Frecce in tutto il Mondo: 85° nose up, la manetta su IDLE, la velocità scade fino a che il cicalino dell’indicatore di stallo non inizia a fischiare all’impazzata nel casco ed ancora più giù oltre lo 0 fino ad indicare una velocità negativa: -10 nodi!!
Il muso cade nel vuoto e lo stomaco rimane in ritardo rispetto a tutto il resto del corpo…..
Per concludere Miniscalco decide di farmi vedere l’Otto in piedi, una manovra molto particolare nella quale si incassano anche 6 G (è prevista nel programma di volo dell’EF2000 visto a Le Bourget). Alla prima metà del looping sono già in visione grigia, la maschera mi preme con forza sulla faccia e mi permette a malapena di respirare, alla seconda sono in visione nera per qualche istante anche se subito dopo la velocità scende e il sangue riprende ad affluire agli occhi.
Il programma acrobatico è terminato e liberiamo la zona dirigendoci verso Latina.
Sul mare, in discesa per 1.500 piedi, riprendo i comandi dell’MB-339. Miniscalco mi consiglia di trimmare il velivolo con l’apposito nottolino presente sulla barra. Lo tocco con decisione pensando a come sia difficile stabilizzare un velivolo come il Cessnino e il velivolo prontamente risponde come se avessi dato uno strattone alla cloche in avanti!
Con la pista di Latina in vista mi allineo per un basso passaggio e riattacco a 500 piedi dirigendo verso Cori. In un paio di minuti raggiungiamo l’IP di Guidonia dal quale Miniscalco simulerà una piantata motore. La visibilità è ottima e acquisire la pista è abbastanza facile. Raggiunta la verticale del campo effettuiamo un’apertura a sinistra a 280 nodi per inserirci nel circuito jet ed atterrare sull’aeroporto situato pochi chilometri ad est di Roma. Dopo un’ora di volo molto intensa, tocchiamo a 115 nodi la stretta pista di Guidonia e dopo una dolce frenata dirigiamo al parcheggio sfilando accanto ai P-180 e P-166DL3 del 303 Gruppo. Mentre scendo dall'”Emmebi” Mini mi viene incontro e dopo avermi chiesto come è andato il volo regalandomi questo commento: ” sei andato bene per essere la prima volta”. Se lo dice lui c’è da crederci.
In fondo il gioiello dell’Ing. Bazzocchi è un aereo relativamente facile da pilotare anche “da dietro” , con una strumentazione di base semplice, un motore molto reattivo e dei comandi molto sensibili. Se poi si ha un istruttore come Miniscalco……..

© David Cenciotti